Ogni partita di pallavolo è sempre caratterizzata da grandi azioni d’attacco, ma anche di difesa: non è possibile vincere una partita, se non si riesce a evitare che la squadra avversaria segni dei punti. Oggi parleremo proprio dei sistemi di difesa nella pallavolo: vediamo insieme quali sono i principali e come funzionano.
Che cosa si intende per difesa e sistemi di difesa nella pallavolo?
All’apparenza, potrebbe sembrare che difesa e sistemi di difesa siano sinonimi: in realtà, non sono assolutamente termini interscambiabili, visto che si riferiscono a due concetti differenti.
La difesa è l’insieme delle azioni che i giocatori mettono in atto per recuperare la palla ed evitare che tocchi il terreno dopo l’attacco della squadra avversaria, ma non solo: include anche le particolarità tecniche e le qualità difensive di un determinato giocatore o di un team.
Quando invece si parla di sistemi di difesa, nella pallavolo, ci si riferisce alla strategia che una squadra mette in atto per prepararsi all’attacco del team opposto, curando la posizione dei suoi giocatori e il modo in cui difenderanno la loro metà campo, sulla base di precisi schemi di ricezione.
Esistono due tipi principali di difesa nella pallavolo: quella individuale, che riguarda solo il singolo giocatore e il modo in cui si comporterà in campo sulla base delle azioni avversarie, e quella di squadra, che si concretizza in strategie e schemi ben precisi per coordinare l’azione di tutti i giocatori in campo. Proprio per questo, la difesa di squadra è anche conosciuta come correlazione muro-difesa e si concretizza in una serie di schemi specifici.
Gli schemi di ricezione: numeri, codici e disposizione dei giocatori
Gli schemi di difesa o di ricezione sono fondamentali per definire la strategia difensiva di una squadra. Infatti, uno schema difensivo indica ai giocatori come si disporranno in campo durante le azioni di difesa.
Si compone di tre numeri:
- il primo di questi si riferisce ai giocatori a muro;
- il secondo ai giocatori in difesa del pallonetto;
- il terzo numero indica i giocatori in difesa che si occupano delle palle lunghe.
Alla fine si avrà quindi una lista di tre numeri, come 3-2-1, oppure 2-0-4, che spiegano con precisione ai giocatori come devono comportarsi durante le azioni difensive. In questo modo si cerca di coprire tutto il campo, per evitare che la squadra avversaria riesca a guadagnare dei punti, ma è bene ricordare che non esiste uno schema perfetto: ogni opzione lascerà dei buchi e delle aree scoperte. Si può solo scegliere il sistema di difesa più adatto alla propria squadra e alle capacità dei propri giocatori.
Il principale sistema di difesa: il centro mediano arretrato (CMAR)
Se in ogni partita di pallavolo c’è sempre almeno un giocatore che si occupa del muro, non è sempre così scontato che ci sia qualcuno a difendere la squadra dai pallonetti. È possibile infatti distinguere prima di tutto tra due tipi di schemi difensivi: uno si basa sulla copertura fissa del pallonetto, mentre l’altro la esclude e affida a diversi giocatori la difesa da eventuali pallonetti. Quest’ultimo tipo di difesa è consueto nella pallavolo maschile, mentre il primo tipo è utilizzato quasi sempre dalle squadre femminili.
CMAR: centro mediano arretrato
Il CMAR (centro mediano arretrato) posiziona il giocatore al posto 6 molto indietro e gli affida quindi il compito di prendere palloni molto lunghi, che hanno toccato il muro o che, addirittura, lo hanno superato. Di solito si concretizza in uno schema 3-1-2, quindi con 3 giocatori a muro, 1 a difesa dei pallonetti e 2 a difesa dei palloni lunghi.
Esistono anche altri schemi con centro mediano arretrato, in cui a proteggere la squadra dai pallonetti saranno altri giocatori, a seconda dello schema scelto:
- 2-1-3: 2 giocatori a muro, 1 a difesa dei pallonetti, 3 a difesa dei palloni lunghi. Il giocatore che si occupa di difendere la squadra dai pallonetti è una delle ali che non si sta occupando del muro (quindi, il giocatore al posto 4 o quello al posto 2).
- 2-0-4: 2 giocatori a muro, 0 a difesa dei pallonetti, 4 a difesa dei palloni lunghi. In questo caso, i pallonetti saranno eventualmente intercettati da uno dei mediani laterali (i giocatori al posto 1 o al posto 5).
Alcune squadre valutano anche l’utilizzo di un mix delle due opzioni precedenti, a seconda delle caratteristiche e dei punti di forza dei giocatori della squadra. Il sistema di difesa migliore, quindi, è strettamente legato alle capacità e allo stile sia della propria squadra sia di quella avversaria: per fare la scelta giusta, quindi, bisogna prendere in considerazione ogni singolo aspetto.
Cos’è la rullata nella pallavolo
Una delle principali strategie di difesa nel volley soprattutto femminile consiste nella rullata. La difesa acrobatica nella pallavolo è infatti fondamentale per impedire che la squadra avversaria ottenga un punto e, a tale proposito, la rullata gioca un ruolo essenziale.
Spesso si accomunano la rullata e il tuffo, nella pallavolo, ma in realtà si tratta di due tecniche diverse. La rullata, intanto, può essere di due tipi: laterale – a destra e a sinistra – oppure in avanti. Consideriamo innanzitutto la prima, che serve per allargare il raggio d’azione del colpo difensivo. Per effettuare la rullata si allungano le braccia, cercando di colpire la palla con entrambi gli avambracci, anche se è possibile estendere anche un solo braccio; in questo caso il contatto con il pallone sarà a mano aperta, in modo da avere maggiori possibilità di recuperare la palla. La rullata laterale è una strategia adottata di frequente dal difensore in posto 6 che rimane lungo, dal momento che ha molto spazio sia a destra che a sinistra.
Per quanto riguarda la rullata anteriore, così come la scivolata in avanti, è importante sottolineare che si tratta di una tecnica che permette di sostituire il tuffo. Alla rullata, infatti, si ricorre non solo per la difesa ma anche per ricevere le battute che cadono all’improvviso davanti al ricevitore. Effettuare la rullata in avanti richiede precisione, tecnica e velocità di reazione: il giocatore deve infatti spingere in avanti il corpo cercando di coprire più spazio possibile e, parallelamente, chiudere le braccia in bagher per ottenere il miglior piano di rimbalzo nella ricezione del colpo. La scivolata in avanti consiste invece nell’allungare al massimo il corpo, facendolo appunto scivolare in avanti, e distendendo il braccio con la mano aperta sotto la palla, in modo da sfruttare il rimbalzo e salvare così molti palloni, in particolare i pallonetti.
La rullata, comunque, non è l’unica tecnica difensiva efficace nella pallavolo. Esistono infatti molti altri esercizi di difesa nel volley: scopriamo quali sono i principali.
Esercizi di difesa nella pallavolo
Esistono molti esercizi per la difesa nella pallavolo, sia per giocatori alle prime armi che esperti.
Le basi della difesa possono essere allenate, ad esempio, con un esercizio per l’apprendimento della difesa a due mani da fermi. I giocatori dovranno posizionarsi davanti a un muro e respingere con entrambe le mani i palloni che arrivano; una variante di questo esercizio, che obbliga il giocatore a mantenere una posizione molto bassa, prevede di restituire in bagher i palloni lanciati dai compagni: questo aiuta a migliorare stabilità e precisione.
Per sviluppare velocità e reattività, invece, si possono proporre una serie di scatti e recuperi: partendo dalla linea di fondo campo, i giocatori dovranno scattare in avanti fino alla linea dei tre metri e ritorno, cercando al contempo di intercettare i palloni che l’allenatore lancia da uno dei lati.
Un esercizio ancor più avanzato e molto usato nella pallavolo moderna è il Pancake Drill, che consiste nel salvare palloni lanciati verso il suolo: i giocatori dovranno eseguire un “pancake” e usare il dorso della mano per mantenere la palla in gioco.
Infine, un ottimo esercizio per allenare i giocatori a difendere gli attacchi in diagonale prevede un giocatore posizionato in difesa nel posto 6 che dovrà muoversi rapidamente verso la zona 5 o 1, e i compagni, posizionati agli estremi del campo, che eseguiranno attacchi diagonali.
Nella pallavolo, infine, gli allenamenti difensivi maschili e femminili differiscono soprattutto per potenza e velocità degli attacchi, da cui derivano le rispettive strategie di posizionamento e le diverse necessità per quanto riguarda gli esercizi di forza e resistenza, oltre che la prevenzione degli infortuni. La pallavolo maschile affronta di solito attacchi più potenti e veloci, mentre la pallavolo femminile si concentra molto sulla lettura del gioco e sulla precisione: sapere adattare l’allenamento a queste differenze aiuta a ottimizzare le prestazioni difensive della propria squadra.
Un consiglio prezioso in difesa che vale per entrambe le modalità di difesa è quello di stare sempre molto bassi sulle gambe, leggermente sbilanciati sull’avampiede, in modo da essere pronti a scattare e non seduti sui talloni.
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