Nella pallavolo moderna, così come in altri sport, l’impiego di schemi specifici risulta molto utile per ottimizzare il gioco. Dopo un’attenta analisi degli avversari, la squadra, insieme all’allenatore, definisce quella che è la migliore tattica da adottare, impostando il gioco nel miglior modo possibile.
Qual è la differenza tra ricezione e attacco
Per gli addetti ai lavori è facile distinguere le diverse tecniche impiegate nel gioco del volley, ma per i profani anche la differenza tra recezione e attacco può essere non sempre lampante. Per questo è utile offrire alcune semplici definizioni. A cominciare proprio da quella di “ricezione”, che non è altro che il primo contatto con la palla che avviene a seguito della battuta; obiettivo della ricezione è inviare la palla verso il palleggiatore. Padroneggiare la ricezione è indispensabile per organizzare l’azione di attacco, che a propria volta può essere definito come l’insieme di tutte le azioni in cui si rinvia la palla nel campo avversario, fatti salvi servizio e muro. Generalmente, l’attacco si effettua con un colpo dall’alto sopra il bordo della rete, anche se rinviare il pallone nel campo avversario con un tocco alto oppure con un bagher rappresenta comunque un attacco.
Principali schemi di attacco nella pallavolo
Nella pallavolo esistono diversi schemi di attacco. Per comprenderli è importante conoscere quelle che sono le azioni principali:
- Veloce avanti (chiamata UNO), il grande classico dei centrali. È una palla con traiettoria veloce e corta, con una distanza minore di 50 cm tra alzatore e schiacciatore, che ha l’obiettivo di sorprendere la difesa avversaria e dove il pallone viene portato via il più velocemente possibile dall’attaccante per anticipare il muro avversario. Una variante è la Veloce C, che si distingue per la traiettoria più lunga oppure la Doppia C, spostata di oltre un metro nella quale il centrale finta una veloce avanti e poi fa un balzo laterale sull’ultimo passo per togliersi il muro da davanti.
- Veloce dietro (chiamata DUE): è una variante della precedente ma il colpo è appena dietro l’alzatore. A sua volta ha come variante la Veloce B, con una traiettoria di maggiore lunghezza.
- Mezza al centro avanti e dietro (chiamate rispettivamente TRE e QUATTRO): in questo caso la velocità è minore, con traiettorie uguali per quanto riguarda la distanza ma che si distinguono per un’altezza maggiore, che può arrivare anche ai 4 metri. Si tratta di schemi d’attacco utilizzati molto spesso nelle squadre giovanili.
- Tesa (chiamata SETTE): questo schema è così chiamato perché la palla dista circa 2 metri e mezzo dal palleggiatore e la traiettoria rimane molto tesa, con poca parabola, tanto da essere orizzontale alla rete.
- Mezza di banda (chiamata CINQUE): è una palla esterna di secondo tempo per lo schiacciatore di prima linea, che si caratterizza per la traiettoria lunga e morbida.
- Mezza fuori mano (chiamata SEI): è una palla esterna di secondo tempo per l’opposto in prima linea.
- Super: è simile alle mezze palle esterne ma si distingue per la traiettoria tesa e rapida. Vi si ricorre principalmente per anticipare il muro avversario e mettere in difficoltà il centrale che difficilmente riesce a raddoppiare a muro.
- Mezza in seconda linea (chiamata OTTO): è una palla esterna di secondo tempo per l’opposto di seconda linea dalla traiettoria lunga e morbida.
- Pipe: è una palla rapida di seconda linea per lo schiacciatore giocata nella parte centrale del campo tipica della scuola sudamericana (Brasile e Argentina) ormai diventata comune nella scuola italiana.
Tutte queste azioni vengono poi combinate per creare schemi di attacco più strutturati, aumentando l’imprevedibilità del gioco e mettendo in difficoltà il muro e la difesa avversaria. Ad esempio, uno schema classico prevede un primo tempo avanti del centrale, seguito da una super per lo schiacciatore di posto quattro, una pipe per lo schiacciatore di seconda linea e una super per l’opposto in prima o seconda linea.
Esistono poi schemi più avanzati, come gli incroci tra opposto e centrale, dove il centrale esegue una veloce dietro e l’opposto attacca con una mezza al centro avanti. Questi movimenti coordinati sono studiati per confondere gli avversari e creare opportunità di attacco efficaci. Erano tipici della scuola asiatica, in particolare della scuola Giapponese e di quella Koreana, ma oggi vengono usati sempre più raramente anche in virtù del fatto che le ricezioni sono meno precise. Un altro aspetto cruciale è l’attacco dal secondo tocco, prerogativa esclusiva dell’alzatore, che quando si trova in prima linea diventa spesso un attaccante in più per la propria squadra come nel caso del palleggiatore della nazionale Giannelli
Pallavolo: schemi di attacco ed esercizi pratici
Per scegliere lo schema di attacco più adatto, è fondamentale considerare le caratteristiche della propria squadra e analizzare attentamente il muro e la difesa avversaria. Una volta individuata la strategia migliore, è essenziale affinare l’esecuzione attraverso esercizi mirati. Alcuni esercizi si concentrano esclusivamente sulla gestualità e sulla coordinazione motoria, per esempio praticando la corretta sequenza dei passi di rincorsa, combinando due passi lunghi e uno breve. Un altro esercizio utile prevede il coordinamento tra piedi e braccia per migliorare l’efficacia del gesto d’attacco. Per affinare il timing e la precisione, l’allenatore può lanciare il pallone ai giocatori, che dovranno concentrarsi esclusivamente sulla tecnica di colpo e sulla postura. L’integrazione costante della coordinazione motoria negli allenamenti permette agli atleti di sviluppare automatismi fluidi e migliorare la qualità complessiva dell’attacco, rendendolo più incisivo ed efficace in partita.