L’analisi dell’avversario, nella pallavolo, è molto importante per pianificare la strategia di gioco. Scopriamo allora perché, nella pallavolo, capire l’avversario può essere determinante per l’esito di un match.
Cos’è la lettura del gioco e perché è cruciale nella pallavolo
Lo studio della squadra avversaria, nella pallavolo, rappresenta un aspetto cruciale; tuttavia, occorre distinguerlo dalla preparazione tattica pre-partita. In sintesi, mentre l’analisi dell’avversario si focalizza sullo studio delle caratteristiche fisiche, tattiche e tecniche della squadra avversaria, la preparazione tattica pre-partita ha come obiettivo l’organizzazione di una strategia per affrontare il match nel migliore dei modi. Di conseguenza, la preparazione tattica pre-partita per essere efficace ha bisogno delle informazioni raccolte durante la fase di studio dell’avversario.
Ma veniamo ora a come leggere la formazione, lo schema di gioco e i movimenti degli avversari, facendo anche qualche esempio pratico. Innanzitutto, lo studio dell’avversario viene solitamente effettuato a priori, visionando i video delle partite giocate dalla squadra avversaria. A questo punto, si redigono i fogli-gara, tramite i quali lo staff tecnico comunica i risultati delle proprie analisi ai giocatori.
L’analisi dell’avversario, nella pallavolo, consiste in tre fasi principali: la ricerca di costanti nel modo di giocare degli avversari, l’adozione di una strategia che permetta di sfruttare i punti deboli della squadra avversaria e la pianificazione della comunicazione.
Cosa osservare prima del servizio
La capacità di anticipazione, nella pallavolo, parte già dalla battuta dove un accurato studio delle modalità in cui i giocatori avversari effettuano il servizio, che vengono annotate anche attraverso i simboli (ad esempio, F per la battuta flottante e JS per il servizio in salto), permette di decidere in anticipo quali accorgimenti adottare nella fase di ricezione. Detto in gergo, questo consente di capire quali sono le proprie aree di competenza (o più semplicemente gli spazi da coprire singolarmente) su ogni battitore avversario che variano a seconda del tipo di battuta, del punto di partenza del battitore, ecc.
La lettura del palleggiatore
In questo caso il centrale deve focalizzarsi in particolare sui movimenti del palleggiatore, concentrandosi sia sulla posizione delle braccia e delle mani del regista avversario, sia sul suo corpo per poter “anticipare” le scelte dell’avversario. Solitamente, i palleggiatori tendono a piegare le braccia quando vogliono spingere la palla alle bande, mentre le tengono semi-tese per palleggiare al centro. Le mani, invece, sono un po’ più avanti quando l’alzatore palleggia in zona 4, dal momento che la palla deve essere spinta per più di 4/5 metri, mentre rimangono più nell’area della fronte e della nuca se l’obiettivo è quello di alzare indietro. A livello fisico un palleggiatore che inarca palleggia spesso dietro, con i piedi a terra di solito al centro o in avanti. Resta però fondamentale non anticipare troppo la propria scelta per non dare il tempo al palleggiatore avversario di vederci e cambiare strategia.
Scopri di più su Il ruolo del palleggiatore nella pallavolo
Adattarsi al gioco dell’avversario: strategie in partita
La pallavolo è un gioco di velocità: tutto accade in poco tempo e può capitare che, nonostante sia stata effettuata un’accurata analisi dell’avversario, la propria squadra si trovi in svantaggio. Per questo, nell’ambito della lettura del gioco, è necessario prevedere anche la capacità di adattamento sul campo, tenendo conto di alcuni fattori chiave:
- La flessibilità: ogni squadra deve essere in grado di adattare la propria strategia di gioco in base a ciò che succede nel campo e a ciò che propone l’avversario;
- La definizione di obiettivi minimi, come può essere ad esempio il prestare maggior attenzione ad alcuni fondamentali come il muro o il servizio;
- L’utilizzo dei time-out: un momento di pausa permette di confrontarsi con l’allenatore e ridefinire la strategia di gioco.
Modificare lo schema di muro o difesa in base all’attaccante avversario
Nella pallavolo, capire l’avversario significa anche modellare continuamente i propri schemi in base a ciò che si osserva dall’altra metà del campo. In fase ricettiva, per esempio, i giocatori di muro devono essere bravi e svelti a calcolare la traiettoria del pallone una volta che l’avversario ha effettuato la ricezione o la difesa, osservare la corsa e la posizione dell’attaccante e fare attenzione a come il pallone viene a contatto con la mano dell’attaccante. Per questo è necessario studiare nel dettaglio l’avversario in modo che i giocatori ne conoscano le peculiarità (ad esempio, individuando l’attaccante migliore) e le tecniche specifiche, cioè le specificità di ciascun attaccante (tirare in parallela piuttosto che in diagonale, forte sulle mani oppure nel fare pallonetti).
Leggi anche: Schemi di attacco principali nella pallavolo
Time-out e comunicazione: due aspetti strettamente legati
Come abbiamo già accennato, chiamare un time-out rappresenta un ottimo modo per confrontarsi con allenatore e compagni: permette di spezzare il gioco e, se ci sono problemi sul campo, di aggiustare la strategia adattandola alla situazione. Il time-out è dunque una preziosa occasione per comunicare fra i membri della propria squadra. E proprio la comunicazione costituisce un elemento cruciale per la lettura del gioco avversario: solo attraverso un confronto chiaro e trasparente è possibile non solo individuare i punti di forza e di debolezza dell’avversario e le sue costanti di gioco, ma anche definire la strategia migliore per batterlo.
Un accorgimento importante per gli allenatori è quello di non sovraccaricare gli atleti (già in fase di stress) con eccessive informazioni, ma dare loro poche indicazioni chiare e precise.
Per un approfondimento: Come sfruttare il time-out nella pallavolo
Allenare la concentrazione visiva e la prontezza di reazione
La capacità di anticipazione, nella pallavolo, riguarda anche l’allenamento della concentrazione visiva e della prontezza di reazione, considerando che i giocatori devono avere sia un’attenzione larga e diffusa, che permette di avere una visione globale del campo e dei movimenti dei compagni e degli avversari, sia un’attenzione selettiva, legata alla visione della palla e delle traiettorie che compie, attitudine che viene sviluppata in allenamento provando più e più volte situazioni di gioco che richiamano la partita.