La pallavolo è uno sport affascinante: fluido ed elegante e, al tempo stesso, espressione di potenza e fisicità. Nonostante lo spettatore percepisca il gioco come un coinvolgente continuum, il volley è strutturato sulla base di regole ben precise, tra le quali rientrano anche la rotazione dei giocatori e i cambi. Ma quando avvengono le rotazioni e quanti cambi si possono fare nella pallavolo? Approfondiamo l’argomento.
Gli schemi di rotazione nella pallavolo: cosa c’è da sapere
Per godere pienamente dello spettacolo di un match di pallavolo è importante comprendere lo schema di rotazione dei giocatori, che avviene prima che una squadra torni nuovamente a servizio, dopo aver fatto punto contro il team avversario. In altri termini, per capire quando avviene la rotazione nella pallavolo:
- se la squadra che sta eseguendo il servizio fa punto, i suoi giocatori non devono ruotare;
- se a fare punto è, invece, la squadra in ricezione, le spetterà il servizio successivo e, prima di poter procedere, i sei giocatori che la compongono dovranno ruotare in senso orario di una posizione.
Per avere ben chiaro il concetto, occorre innanzitutto ricordare le sei posizioni dei giocatori di pallavolo che, nonostante la rotazione avvenga in senso orario, vengono contate secondo un senso antiorario. Le sei posizioni, tre a fondo campo e tre sottorete, sono associate a ruoli ben specifici, fondamentali per riuscire a vincere la partita:
- il battitore;
- l’alzatore;
- lo schiacciatore esterno;
- l’opposto centrale;
- il difensore;
- il libero.
Per maggiori informazioni, leggi il nostro articolo dedicato ai ruoli e alle posizioni in campo
Quando avviene la rotazione nella pallavolo: un esempio pratico
Ancora non sono ben chiari gli schemi di rotazione nella pallavolo? Ecco un esempio pratico che può aiutare a comprendere meglio come si articola nel concreto questa regola di gioco. Prendiamo due squadre, A e B. Se la squadra A ruota, significa che ha fatto un punto dopo che la squadra B aveva battuto; nel momento in cui l’assetto del match è questo, nella squadra A il giocatore che si trova a destra sottorete (al posto 2) si sposta dietro (al posto 1), diventando così il nuovo battitore. Il giocatore al posto 1, invece, va a occupare la posizione 6, centrale e in seconda linea, scalando di una sola posizione, insieme a tutti gli altri giocatori.
La rotazione successiva per la squadra A avverrà la prossima volta in cui si ripresenta la stessa situazione, ossia quando la squadra B ha battuto ma ha anche appena perso il punto. Prendendo come esempio il giocatore originariamente al posto 1, quindi, questo si sposterà di una posizione alla volta, rotazione dopo rotazione, seguendo questa sequenza: dalla 1 alla 6, e poi alla 5, alla 4, alla 3 e alla 2, per poi tornare nuovamente in battuta al posto 1. La rotazione non avviene, invece, se la squadra A fa un punto quando era già in battuta.
I falli di rotazione
E nel caso qualcuno commetta un errore? In questo caso, si commette un fallo di rotazione. I falli, in un match di pallavolo, infatti, possono anche essere di rotazione, nonostante non siano molto frequenti.
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Sostanzialmente, i falli di rotazione avvengono quando il servizio viene effettuato in modo scorretto rispetto all’ordine di rotazione (che avviene, come abbiamo visto, sempre in senso orario, ruotando di una posizione). In questo caso, l’arbitro fa perdere lo scambio alla squadra rettificando l’ordine di rotazione.
Quanti cambi si possono fare nella pallavolo?
Un altro aspetto importante, legato anche alla regola della rotazione, riguarda le sostituzioni. In particolare, i cambi che si possono fare nella pallavolo sono al massimo sei per set. Ma attenzione: se, per esempio, il giocatore numero 2 sostituisce il compagno con il numero 3, nello stesso set quest’ultimo può rientrare solo al posto del giocatore che ha preso il suo posto in precedenza (cioè il numero 2). Diverso è invece il discorso quando si parla del libero, per il quale non è previsto un numero massimo di sostituzioni e che può prendere il posto di qualsiasi giocatore, purché ad azione ferma.